19 Ott Cucinare con l’acqua di mare
Acqua di Mare in cucina? Sempre più cuochi la utilizzano come ingrediente di ricette o cocktail. L’inizio di un fenomeno?
C’è una pratica piuttosto diffusa nei paesi marinari, in particolare quelli del sud: prelevare l’acqua di mare e utilizzarla per lavare il pescato, mantenere vivi i molluschi e, perché no, cucinare.
Questa pratica però, non è solo rischiosa, ma anche illegale. Intanto, l’acqua contaminata potrebbe procurarci un’intossicazione o un’infezione. Ma anche una denuncia: il prelievo di acqua dal mare, infatti, lede il diritto comune del utilizzo di un bene di tutti, in diritto res communes omnium, proprio come è vietato, per esempio, prelevare e portare nel proprio giardino la sabbia della spiaggia.
«Ma perché non utilizzare l’acqua di mare dopo averla resa sicura?», si è chiesto qualcuno. Per il quale «si tratta di una risorsa assolutamente sostenibile, che torna infatti naturalmente alla sua fonte e che potremmo utilizzare in tutte le preparazioni in cui è necessario aggiungere sale all’acqua dolce».
Da pochissimi anni qualche imprenditore europeo è riuscito a ottenere le autorizzazioni per il commercio di acqua di mare. Alcune aziende spagnole e italiane hanno iniziato a imbottigliare acqua marina consigliandone l’uso in cucina, sia per conservare e lavare prodotti ittici, sia per preparare sughi, brodi, e salse.
L’azienda italiana Mediterranea Acqua di Mare è quella che più di altre è riuscita a garantire la salubrità dell’acqua di mare confezionata. Prelevata in parchi naturali, subisce un trattamento di microfiltrazione per preservare intatto il contenuto di minerali. Viene poi depurata da un punto di vista microbiologico, con l’eliminazione anche di contaminanti tossici, molto spesso presenti nelle zone di captazione dell’acqua. Come infatti è previsto dalle recentissime indicazioni del ministero della Salute spagnolo (cui presto seguirà il parere ufficiale della Ue), per essere commercializzata l’acqua di mare dev’essere assolutamente priva di veleni quali ad esempio il boro e l’arsenico.